600 visitatori per il primo mese del MuBa. Don Franco Semeraro: “La nostra sfida culturale per creare economia”
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Stupore, bellezza e orgoglio. Sono i sentimenti che affiorano entrando nel nuovo Museo della Basilica di Martina Franca (MuBa). Stupore per l’importante e minuzioso restauro che è stato fatto a Palazzo Stabile, che ha regalato alla città una struttura di prim’ordine. Bellezza è ciò che assorbe l’anima del visitatore con un patrimonio che trova la giusta valorizzazione. L’orgoglio è di appartenenza, perché passeggiando per le sale del Museo ci si sente fieri di essere martinesi e di far parte di una comunità dalla grande tradizione culturale e artistica. Il museo ha quattro sale tematiche: delle tele, delle pergemene, degli argenti e dei paramenti. Qui è racchiuso il tesoro di sei secoli di storia cittadina, attraverso il suo monumento simbolo. Non c’è un eccesso di pezzi esposti, ed è giusto così. Si “mangia” il giusto, e si ha il tempo di “assaporare” meglio i dettagli, anche grazie alla geniale idea di esaltare i particolari attraverso dei monitor.
Ad un mese dall’apertura del MuBa, in attesa dell’inaugurazione ufficiale che avverrà il 14 ottobre con Barbara Iatti, vicedirettrice dei Musei Vaticani, abbiamo incontrato il direttore don Franco Semeraro, per analizzare l’avvio di un progetto che può solamente crescere.
Direttore, com’è andata nel primo mese di apertura?
“Molto bene, c’è stato l’effetto sorpresa perché si tratta di una novità in città. Questo è il primo vero Museo che raccoglie gran parte della storia spirituale di Martina Franca. Con un patrimonio che va dalla metà del Quattrocento fino al secolo scorso. Il Museo sarà gestito dalla cooperativa ‘Theutra’ di Lecce, che gestisce anche il Castello Carlo V e il Teatro romano del capoluogo salentino”.
Si possono dare dei numeri dopo il primo mese?
“Abbiamo registrato 600 visitatori, un buon numero nonostante non ci sono ancora delle chiare indicazioni stradali che portano al museo, per le quali attendiamo il parere della soprintendenza. Il consenso è stato ampio. Abbiamo registrato la presenza di inglesi, francesi, tedeschi e naturalmente italiani. Hanno visitato il museo due cardinali, l’americano Burke e l’indiano Toppo, arcivescovo di Ranchi e amico personale di Madre Teresa di Calcutta. Entrambi sono rimasti ammirati”.
Cosa può rappresentare questo museo per la città?
“Questa è una operazione culturale fatta per la città, per cui può segnare davvero una svolta importante. Intanto è stato recuperato una palazzo nobiliare del ‘700 e da qui può partire un tentativo di bonifica del centro storico. Questo devono capirlo tutti, anche i residenti che in questo momento mugugnano per qualche parcheggio che è stato tolto. Avremo una biblioteca, un archivio storico, uno shop, una caffetteria. Vogliamo che il MuBa sia uno spazio vitale”.
Che sviluppi ci possono essere?
“Certamente un collegamento con i più grandi e importanti musei. Si cercherà di fare rete con gli altri musei diocesani di Puglia. Saranno organizzate mostre ed eventi particolari che permettano un interscambio culturale con gli altri centri di raccolta del partrimonio storico artistico. C’è già un progetto per organizzare un fitto calendario di visite guidate riservate agli studenti. Gli sviluppi possono essere notevoli”.
Colpisce la sobrietà degli oggetti in mostra. Non c’è una eccessiva sovrasposizione dei reperti ed ogni particolare può essere gustato…
“E’ così. Il nostro è un museo raffinato per sottrazione. Volutamente non abbiamo esposto tutti i tesori della Basilica, ma solo quelli più importanti. Tutto può essere visto comunque attraverso i filmati e ci sono dei monitor che ci fanno gustare i particolari degli oggetti in mostra. Ci sarà una rotazione degli oggetti in mostra. A giorni verrà esposta la tela dell’Olivieri della Natività di Maria in occasione del mese mariano. Lo stesso accadrà con S. Martino di novembre e a Natale. Il museo sarà vivo”.
Vuole lanciare un messaggio ai martinesi e ai visitatori?
“Certamente quello di essere fieri della propria martinesità. Di far parte di una città che ha saputo da sempre vivere con il fascino della bellezza e la sfida della cultura. Da qui può partire la grande sfida di creare nuove opportunità di lavoro. Bisogna avere pazienza perché sono operazioni che pagano col tempo. Già nel museo sono occupati sei ragazzi martinesi. E’ un inizio e dobbiamo pensare tutti che la cultura può portare mercato. Ai visitatori dico di sentire l’attrazione della bellezza per migliorare la qualità della vita”.
Gianluca Fumarola
MuBa – Museo della Basilica
Palazzo Stabile – Piazzetta Caroli, 21
Tel. 0804302664 – 3920578586
www.muba-sanmartino.it
Orari di visita
1 ott – 31 mag: 10-13, 16-21
1 giu – 30 sett: 10-19