Politica

Gianfranco Castellana: “La mia Martina? Io guardo positivo”

Mi piace circondarmi di persone positive. Sono loro che mi aiutano e mi spronano a fare le cose migliori”. Comincia così la chiacchierata con Gianfranco Castellana, volto nuovo della politica, espressione del movimento “LeAli”, che ha deciso di scendere in campo per provare ad amministrare Martina Franca. Gli scranni della sala consiliare di palazzo ducale potrebbero diventare, per lui, una nuova tappa di vita, dove auspica di portare tutta la competenza maturata col suo lavoro e nei tanti viaggi fatti all’estero. 42 anni, due figli ai quali cerca di trasmettere anche la sua passione per lo sport. Una laurea in economia aziendale e un master in finanza immobiliare alla “Bocconi”, diventano lo strumento per diventare da subito un manager di successo per società di gestione del risparmio, immobiliari e commerciali. Gli brillano gli occhi quando racconta di Hong Kong e di tutti i posti visitati dall’altra parte del mondo, dove ha imparato che sviluppo e economia fanno rima con due concetti importanti: concretezza e capacità.

gianfranco-4Ma non sarà troppo guardare ad Hong Kong come modello da esportare per Martina?

Certamente non dobbiamo costruire ponti sospesi, metropolitane e grattacieli, ma mi piace pensare che come punto di sviluppo si parta da una politica più concreta e che produca fatti. Per farlo servono delle persone che facciano squadra e che guardino a un obbiettivo comune. Tutto è racchiuso nel mio slogan per questa campagna elettorale: immaginare, unire, creare”.

Spieghiamo meglio…

Ho immaginato che ci potesse essere un gruppo che avesse un’unica strada da percorrere: una città efficiente. Questo è avvenuto con la nascita del movimento “LeAli”, del quale sono stato uno dei fondatori. Le idee e l’immaginazione hanno messo insieme delle persone per bene. E’ stato possibile unirsi e da subito si è creata empatia tra di noi. Ciò che anima il movimento è la passione e l’amore vero per la città, della quale vogliamo diventare dei servitori leali. Da subito si è respirato un bel clima, fortemente emotivo, mai avvertito in altri ambiti politici. E’ il presupposto giusto, insomma, per creare qualcosa di buono. Per costruire futuro”.

Da dove è arrivata la spinta a scendere in campo?

Sono nuovo alla politica, ma ho sempre seguito i suoi percorsi. Chi ha creduto in me, chi mi ha spinto a fare questa scelta, ha pensato che le mie conoscenze potessero diventare utili al progetto. Alla fine la decisione è stata presa con la mia famiglia e con gli amici di ‘LeAli’. La loro fiducia mi ha lusingato, così come l’avermi indicato come uno degli uomini giusti per portare concretezza e risultati. Alla base c’è una forte spinta a raggiungere degli obbiettivi precisi, senza fare promesse e con grande abnegazione”.

gianfranco-castellana-2Parliamo degli obbiettivi, magari partendo proprio dello sviluppo economico…

Abbiamo parlato dei miei viaggi e tanto ho imparato dalle realtà nazionali e internazionali vissute non come posti di vacanza, ma come luoghi di lavoro. Facendo una sintesi, ho capito che ciò che paralizza Martina e l’Italia in generale, è un’eccessiva burocrazia. Snellire la macchina organizzativa, a tutti i livelli, è diventata una necessità impellente. Troppe carte, troppi pareri, troppi enti che decidono e portano vincoli inutili e perdite di tempo. Per fare impresa bisogna snellire i processi e avere strumenti e regole facilmente interpretabili e percorribili dal punto di vista progettuale. Nell’era della globalizzazione, se aspetti troppo si corre il rischio di arrivare in ritardo. Non va bene. Commercianti, artigiani, imprese turistiche devono essere agevolati. Sono loro che possono portare economia. E serve velocità nel realizzare le infrastrutture che agevolino i piccoli, medi e grandi imprenditori. Da anni, per Martina, sentiamo lo stesso ritornello: zona industriale, viabilità, circonvallazione, collegamenti con le strade principali. Tutto giusto. Ma i fatti?”.

Parliamone, verso quale direzione bisogna andare per produrre atti concreti e utili?

Ci sono i bisogni primari e penso ai bimbi, agli anziani, ai disabili. Basta concentrarsi sulle barriere architettoniche presenti per restare senza parole. Creare spazi per i giovani significa sviluppare luoghi dove fare tutti gli sport, anche quelli cosiddetti minori, costretti a contendersi le palestre. Mi piace andare in bicicletta e so quanto sarebbe bello avere delle piste ciclabili o dei luoghi dove fare jogging in sicurezza. Da tifoso del Martina soffro nel vedere il ‘Tursi’ in totale stato di abbandono. L’età media cresce e occorre pensare ai servizi e alle opportunità ludiche da fornire agli anziani. Poi ci sono i punti di sviluppo legati al territorio”.

Quali possono essere?

Abbiamo già parlato del sostegno alle imprese e tanto può arrivare da una risorsa grandissima che abbiamo e che non valorizziamo nella giusta maniera: la bellezza del nostro territorio. Viviamo in un posto bellissimo e chi viene qui resta a bocca aperta. Dal turismo può arrivare tanto, ma con azioni che costringono i visitatori a fermarsi e soggiornare. Bisogna coinvolgere il turista in escursioni e attività allargate all’agro e alle nostre bellissime masserie. Si pensi per un attimo al turista che partecipa alla raccolta delle nostre uve o alla realizzazione di prodotti caseari. Insomma un vero e proprio percorso emozionale che porterebbe sempre con sé”.

Sviluppo del territorio significa anche trattenere le risorse positive che qui nascono. Cosa fare per i giovani che scelgono sempre più di andare via da Martina?

Torniamo al lavoro e al supporto che si deve dare alle imprese. L’ente comunale non è certo l’ufficio di collocamento, ma, ripeto, può e deve venire incontro agli imprenditori del territorio per creare opportunità di lavoro. La mancanza di occupazione è il primo motivo che spinge all’emigrazione. C’è tanta depressione in giro, non solo tra i giovani”.

A cosa si riferisce?

Anche a una città che, insieme al lavoro, deve recuperare sulla qualità della vita per tutti i suoi cittadini, non solo per i giovani. A partire dalla viabilità, per arrivare alla cura e manutenzione di strade e arredo urbano, ai parcheggi selvaggi a uno sviluppo armonico delle periferie. Poi ci sono le associazioni che vengono penalizzate nella loro azione di creare aggregazione. Vedo che si fanno regolamenti, si creano paletti, tasse, cavilli. Tutto si potrebbe riassumere in una parola: vivibilità. Martina è bella, ma deve diventar bello anche il fatto di viverci. L’alternativa è andare altrove

E quello che consiglierebbe ai suoi due figli?

“Spero e auspico che possano avere un’ottima formazione scolastica comprendendone l’importanza e che possano vivere diverse realtà nazionali ed internazionali per maturare un’esperienza e una competenza da utilizzare per la crescita del luogo dove sono nati. Non è retorica, davvero. C’è una forte spinta in me, che spero di poter trasmettere anche a loro, di fare qualcosa di utile per la città”.

Un ultimo pensiero per concludere…

“Sono una persona positiva e mi piace stare tra la gente. Mi piace sempre partire dal presente per guardare al futuro. In questa tornata elettorale la certezza è che tutti vogliamo solo una cosa: il bene di Martina E questo si può ottenere immaginando una città efficiente, unendo le idee di tutti per creare un futuro migliore. Coniugando i tre verbi che ho scelto per rappresentarmi: immaginare, unire, creare”.

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