Con “Orlando Furioso” parte il 43° Festival della Valle d’Itria
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Domani sera, 14 luglio, alle 21 inaugurazione della 43^ edizione del Festival della Valle d’Itria. Nell’atrio di Palazzo Ducale andrà in scena “Orlando Furioso” di Antonio Vivaldi nel nuovo allestimento del Festival in collaborazione con la Fondazione Teatro La Fenice di Venezia. Si tratta di un poema cavalleresco di Ludovico Ariosto di cui lo scorso anno si è celebrato il mezzo millennio di storia, prosecuzione delle vicende dell’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo e, più in generale, del ciclo bretone e del ciclo carolingio. Il dramma per musica “Orlando furioso” di Grazio Braccioli andò in scena per la prima volta a Venezia nel 1713 con musica di Giovanni Alberto Ristori. Della ripresa dell’opera nel dicembre 1714, si occupò Vivaldi, all’epoca impresario e compositore del Sant’Angelo, e forse già coinvolto anonimamente anche come autore nel corso delle recite dell’allestimento originario che intervenne sulla partitura di Ristori con molta musica propria, confezionando una versione destinata a notevole circolazione sulle scene europee.
Questo Orlando vivaldiano si colloca in una stagione critica della storia dell’opera, negli anni in cui la scuola napoletana sta mettendo in atto un profondo rinnovamento del linguaggio compositivo, operando una considerevole erosione delle convenzioni barocche. Le istanze del nuovo linguaggio – il primato dell’omofonia sul contrappunto, la squadrata concinnità delle frasi canore, un’invenzione melodica disinvolta, il gusto per la simmetria del periodo, il ritmo armonico rallentato – erano ben note a Vivaldi, il quale nell’ultimo tratto della parabola artistica ed esistenziale, certo non si convertì, ma ne accolse alcuni elementi, soprattutto in zone “periferiche” della partitura.
Di particolare interesse il team creativo cui è affidato il progetto: Diego Fasolis torna al festival dopo la memorabile Rodelinda di Händel e l’Armida di Traetta, e questa volta a capo del suo complesso stabile, I Barocchisti, tra le compagini più ammirate per le esecuzioni del repertorio barocco; mentre dopo Orfeo, immagini di una lontananza e Giovanna d’Arco, il cartellone martinese torna a ospitare il giovane regista Fabio Ceresa – “best young director” agli Opera Awards 2016 di Londra – che, dopo il felice battesimo di Martina Franca, ha inanellato una serie di bellissimi successi internazionali. Con lo scenografo Massimo Checchetto e il costumista Giuseppe Palella, uno dei più fantasiosi creativi del costume teatrale italiano e il disegno luci di Giuseppe Calabrò, Ceresa ha confezionato il progetto di uno spettacolo di vivida suggestione, che mira a fondere l’eleganza del decorativismo proprio dell’estetica teatrale italiana con una vivacità di affondo drammaturgico del tutto personale.
Il cast, accanto alla prestigiosa presenza di Sonia Prina nel ruolo eponimo e a quella di Lucia Cirillo e Riccardo Novaro, tutti esperti interpreti del repertorio settecentesco, presenta un gruppo di giovani cantanti, alcuni al debutto italiano, che avranno modo di farsi apprezzare nelle diverse pagine di virtuosismo e di ricchezza espressiva che Vivaldi riserva ai diversi personaggi. Da segnalare il debutto nel ruolo di Angelica di Michela Antenucci, uno dei frutti più interessanti dell’Accademia “Celletti” degli ultimi anni.