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Sogni ed emozioni

Gli ultimi giorni di agosto segnano da sempre la linea di confine tra le vacanze e il ritorno al lavoro, tra l’estate e quella stagione che nessun libro annovera, che nessuno in realtà ha mai studiato, che non ha nome, ma che tutti vivono: quel particolare periodo a cavallo tra l’estate e l’autunno, “quando la prima non è del tutto terminata e l’altra deve ancora avere inizio”, con queste parole, penso, la spiegherebbe Marzullo.

Ed è proprio in questi giorni che ho scelto di prendere parte a due eventi: “Le emozioni della politica. La politica delle emozioni” e “Lazzari felici. Un sogno chiamato Pino Daniele”.

Alcuni dei miei interessi e delle mie passioni viaggiavano in questi titoli e sentivo mi avrebbero coinvolta.

E così scopro che la professoressa Fornero si emoziona, soprattutto, quando parla ai giovani, nelle aule universitarie o anche per strada, quando può dialogare con la gente guardandola negli occhi, che le lacrime, le sue famose lacrime, erano sincere, di una donna prestata alla politica “dopo un sì, frutto di una scelta ingenua”, che non ripeterebbe più. E mi ritrovo ad ascoltare i racconti di vita del sindaco di Bari e scopro che, come me, tutti i presenti sono attenti, coinvolti e piacevolmente colpiti da quel quotidiano che è segno di presa a carico di un’intera comunità, di una disponibilità verso il cittadino che va oltre, di un esserci sempre…

Tra una parola e l’altra emergono anche le sue emozioni, i valori nei quali crede, e poi le sue lacrime che resteranno tra i ricordi di un anno così particolare, dell’inizio di quel lockdown che difficilmente dimenticheremo. Mi piace il suo modo di raccontare, apprezzo la sua capacità di amministrare, mi fa riflettere scoprire che non conserva assolutamente un bel ricordo del suo passato da parlamentare e che, anche per Decaro, quello è un capitolo chiuso.
Ultimo giorno di agosto, Atrio Ateneo Bruni, prendo posto, si spengono le luci “in sala”, una sedia rossa sul palco ed è già teatro, ed è nuovamente arte, finalmente, dopo un lungo periodo di silenzio, c’è un attore che recita, un maestro che suona, un pubblico che sogna, si emoziona, applaude: è magia!

Carlo Dilonardimg_20200831_221711o nel triplice ruolo di autore, attore e regista ha dato il meglio di sé.img_20200831_220606
Il risveglio tanto agognato è l’unico che avrebbe permesso il ritorno alla realtà e quindi la possibilità di mettere in scena lo spettacolo. La sveglia che tarda a suonare, consente ai presenti di viaggiare tra le note di Pino Daniele e al contempo nella vita dell’indimenticato e indimenticabile cantautore napoletano.
Il testo recitato mirabilmente, si incastra tra le note del maestro Franco Speciale, la cui bravura non è affatto una sorpresa, ma una conferma, una certezza!
Alcuni brani trovano nella voce di Cristina Liuzzi l’espressione migliore.

Tutto ha funzionato perfettamente e anche l’inevitabile conclusione, quella fitta al cuore, che tutti hanno avvertito, è stata più lieve accompagnata dai passi della bravissima Fabiana Caruso.
Il protagonista in pigiama racconta al pubblico il suo sogno, fatti realmente accaduti, accompagnati da note: colonna sonora di numerosi incontri, della vita di tanti, nel cuore di tutti.

Ora echeggiano i titoli dei diversi telegiornali, è il 4 gennaio 2015. Pino Daniele non c’è più, non è sogno, è realtà, la sveglia ha suonato!

…anch’io, dopo tanti mesi, ho messo la sveglimg_20200831_221822ia…domani mattina torno a scuola.

1 settembre 2020 inizia un nuovo anno scolastico: tante incertezze, numerose incognite… io sogno sia sereno, che tutto vada per il meglio.

La sveglia è suonata, l’ho spenta, sto andando a scuola… incontro a nuove emozioni!

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