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Uomini Utopici e Valle Eutopica

Quest’anno il Festival della Valle d’Itria è anche cinema all’aperto.
Nella suggestiva location degli Orti del Duca, grande schermo per la proiezione del docufilm “L’utopia della Valle”, un capolavoro firmato Leo Muscato. Cinquant’anni in ottantotto minuti, la storia, i luoghi, le persone, le voci e le note che hanno fatto del Festival della Valle d’Itria, un appuntamento imperdibile per appassionati e non. I momenti di gioia e le difficoltà, l’idea di Alessandro Caroli e le lungimiranti “imposizioni” di Paolo Grassi nei ricordi dell’indimenticabile e indimenticato presidente Franco Punzi.

ph Clarissa Lapolla

“C’è una rispondenza segreta tra le cose degli uomini e i luoghi dove vengono pensate, create, agite. Ci sono imprese umane che non avrebbero potuto nascere altrimenti che là dove sono nate”, con queste parole Leo Muscato ha cucito insieme, mirabilmente, luoghi e parole, immagini e interviste, musiche e ricordi. Sullo schermo la testimonianza di chi il Festival lo ha fatto dietro le quinte o sulla scena, di chi lo considera un patrimonio dell’umanità martinese e non solo, di chi deve le scelte della propria vita e il successo ottenuto.

Una regia splendida, un montaggio fantastico, una storia appassionante, un racconto avvincente.

Un altro trionfo di questa 50esima edizione del Festival della Valle d’Itria, che sta collezionando un successo dopo l’altro e che, se ha raggiunto questo importantissimo traguardo, lo deve soprattutto all’ “impegno e alla passione” e io aggiungerei al coraggio, di pochi grandi uomini.

Ripenso spesso , in questi giorni, alla scena del film nella quale il carissimo Franco Punzi di spalle attraversa le sale del Palazzo Ducale e va via, sempre più lontano, con passo lento e stanco, nella mia mente la ripresa continua… lui, arrivato in fondo, si gira, ci guarda, tutti, tutto l’appassionato pubblico che gli ha sempre voluto bene e tutti i protagonisti, nessuno escluso, del suo amato Festival, poi ferma lo sguardo sul presidente Michele Punzi, gli sorride e pensa che anche questa volta “ci ha visto giusto”, si gira e continua il cammino, sereno, tranquillo, come chi sa di aver lasciato la sua creatura in buone, buonissime, ottime, mani.
Fine.
Titoli di coda.

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