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In quest’estate olimpica anche il VALLE d’ITRIA conquista l’ORO con i suoi 50 anni

L’atrio del Palazzo Ducale da ieri ha altri suoni, il Festival è finito, si smonta tutto, viti, dadi, bulloni, fari, teli neri, tutto riposto, tutto portato via.

Tanto rimane nel cuore e nella mente del pubblico che ha preso parte e si è nutrito per ventuno giorni di musica, canto ed emozioni.

Non sarà facile dimenticare tutto quello che questa edizione ha proposto, come i due eventi andati in scena sul palco del Teatro Verdi, applausi a scena aperta e grande successo di pubblico per “Ariodante”, dramma nel quale ognuno ha potuto riconoscere un aspetto del proprio carattere, un momento della propria vita. Bravi tutti. La protagonista un portento dal punto di vista canoro e come interprete e non solo, è medico e ha anche conseguito il diploma in flauto traverso.

Originale, unico, senza diritto di replica “Il giardino delle ciliegie”:

“…figure femminili. […] viaggiatrici senza passaporto, dive senza palcoscenico, eroine tragiche, senza tragedia. E ridono, ridono, ridono tanto”, coinvolgendo il pubblico nel sorriso come nella riflessione nostalgica di un mondo scomparso.

Mentre nell’ atrio del Palazzo Ducale il martellante rumore continua, del palco rimane ben poco, pochissimi giorni e tutto ritornerà come prima, nella… Norma, e qualcuno avrà ancora qualcosa da criticare, qualcun altro continuerà ad affermare che è stato un successo dopo l’altro, perché è così, non si può accontentare tutti, né chi avrebbe desiderato scenografie più imponenti ed importati vista la ricorrenza, chi non ci fossero stati intoppi per un concerto sotto la pioggerellina, che sembra essere apparsa a dispetto, puntuale, biglietto in mano, per fare il suo ingresso in un’estate torrida e trasformare una normale serata d’agosto in una da ricordare.

Concerti in masseria e del sorbetto e “Madamina, il catalogo è questo” per concludere questa 50esima edizione, arie brevi,ritmate e coinvolgenti intervallate da versi sull’amore, declamati mirabilmente da Massimiliano Gallo.

Foto con uno dei miei attori preferiti, foto di rito con un visibilmente soddisfatto presidente Michele Punzi davanti all’obiettivo del mio papà e un ultimo click per ricordare questo importante traguardo a noi, che quaranta anni fa, giovanissimi, seguivamo le prove mano nella mano.

Lascio l’atrio del Palazzo Ducale, ma prima di varcare il maestoso portone mi giro ancora una volta dietro e saluto chi applaude ancora, occupando anche quest’anno il posto lì in alto.

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