Accoglienza migranti e sicurezza, dov’è il confine?
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Martina ha risposto presente con tutta la sensibilità possibile nell’accogliere i migranti dimostrando grande umanità ed attivandosi con tutte le forze del volontariato territoriali per garantire una ospitalità degna. Un atteggiamento lodevole e meritevole di elogio che testimonia una grande attenzione al prossimo ed un grande impegno al servizio degli altri. Dei 13o migranti giunti nella capitale della valle d’Itria attualmente ne sono rimasti circa una metà perché chi ha deciso di chiedere asilo politico in Italia si è prestato alle attività di identificazione e alle foto segnaletiche di rito in Questura, mentre altri, come già accaduto in passato, hanno subito lasciato Martina Franca per proseguire il proprio viaggio e raggiungere verosimilmente altre destinazioni europee dove richiedere asilo. Ci sarebbero dei protocolli consolidati da seguire a livello internazionale riguardo al soccorso e alla prima accoglienza dei migranti. Le persone giunte a Martina sarebbero state tutte visitate da equipe mediche ed anche a Taranto dove sono stati sbarcati. Il giallo però è questo: i tre dottori che hanno visitato l’8 giugno i migranti giunti con due pullman a Martina (di cui uno giunto al Pergolo, l’altro direttamente al Parco Ortolini), hanno riscontrato che solo cinque di essi avevano con sè le certificazioni che provavano i precedenti trattamenti sanitari già effettuati. Gli altri, invece, sottoposti a controlli sanitari accurati, non presentavano segni di trattamenti sulla pelle, tant’è che per molti di loro, si parla dell’80%, il personale medico ha riscontrato la presenza di scabbia. Da qui l’indicazione degli stessi medici ad acquistare, tramite ricetta medica, per scongiurare ipotesi di contagio, 50 flaconi per il trattamento antiscabbia da sottoporre ai migranti. Cinquanta e non di più perché queste dosi sono state ritenute sufficienti per curare i migranti, considerando la previsione, poi verificatasi, che molti di loro sarebbero andati via subito. Ed ecco spiegate le camminate dei migranti in direzione Locorotondo per poi raggiungere Fasano e prendere il primo treno per… Trattamenti anti-scabbia che si sono concretizzati nella giornata di ieri (quasi 24 ore dall’arrivo) a dimostrazione della constatazione che i tempi per far fronte alle varie emergenze, soprattutto quelle sanitarie, sono sempre ristretti. Stamane gli stessi migranti hanno effettuato le docce al Pergolo e ricevuto trattamenti anti-pidocchi. Riteniamo sia doveroso prestare ospitalità nel migliore dei modi a chi scappa dalla propria terra in cerca di migliori condizioni di vita. Siamo consapevoli che l’umanità debba essere intrinseca nell’uomo, ma allo stesso tempo non possiamo trascurare il fattore sicurezza che dovrebbe andare di pari passo ed andrebbe affrontato meglio a tutti i livelli anche per rispetto dei cittadini che accolgono. Riteniamo che quanto accaduto a Martina, in piccolo, sia la rappresentazione di quanto accada in tutta la penisola. E forse qualche soluzione andrebbe trovata per fornire più tranquillità ai cittadini che già vi abitano e curare per bene i nostri “ospiti” che meritano il nostro aiuto, in particolare quello dei volontari che meriterebbero una statua per il lavoro encomiabile profuso. Una miglior organizzazione ed efficienza, magari con l’istituzione di un presidio sanitario su misura ed una vigilanza migliore per pochi giorni da destinare ai migranti, sempre attenta, anche per provvedere ad eseguire al meglio le cure necessarie (che non si esauriscono in un giorno solo), aiuterebbe a prevenire, lenire fenomeni di allarmismo e razziali. Migliori controlli e maggior vigilanza, dunque, per il bene di tutti, fermo restando che la scabbia non è la peste.