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Bentornato a casa, Leo

Leo Muscato torna a casa. Tra le tante perle del 41esimo Festival della Valle d’Itria, spicca la firma del pluripremiato regista martinese nell’opera d’esordio “Le braci”. Martina, dunque, avrà la possibilità di riabbracciare il suo talento e di celebrarlo degnamente nella sua massima cornice teatrale. Proprio dove Muscato ha cominciato a muovere i primi passi nel teatro, come mimo, nelle afose estati degli anni Novanta. Non era uno tra tanti. Era una comparsa che aveva una luce intensa negli occhi, colma di curiosità e di voglia di imparare. Era palese la sua “sete” e voglia di rubare qualcosa ai professionisti che si sono alternati nell’atrio del palazzo ducale, semplicemente osservandoli. Muscato è stato uno dei tanti “aspiranti artisti” partiti dalla valle d’Itria pieni di sogni e di speranza. E di strada ne ha fatta, firmando centinaia di regie teatrali, cercando sempre la via dell’originalità e della “riscrittura”. Muscato, non a caso, a un certo punto della sua carriera si è accostato al teatro lirico, lavorando nei maggiori templi italiani del belcanto, “la Fenice” di Venezia, il “San Carlo” di Napoli, il “Petruzzelli” di Bari, il “teatro regio” di Parma, il “teatro dell’opera” di Roma. La sua creatività e il suo talento non sono passati inosservati. Nel 2007 l’Associazione Nazionale dei Critici Teatrali gli assegna il “premio della critica” come “miglior regista di prosa”; nel 2013 l’Associazione Nazionale dei Critici Musicali gli assegna il “premio Abbiati” come “miglior regista d’opera”. E adesso torna nei suoi luoghi d’esordio. L’ultima volta l’abbiamo visto lavorare nel teatrino di San Domenico, quando ancora puzzava di muffa e umidità e bisognava chiedere le chiavi a Don Franco per entrarci. Adesso tornerà in quell’atrio dove ha cominciato a sognare, dove un faro che si accendeva sul palco lo ha emozionato per la prima volta, facendogli capire che quella era la sua strada. Con una punta d’orgoglio possiamo solo dire: “bentornato a casa, Leo”.

Gianluca Fumarola

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