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47esima edizione del Festival della Valle d’Itria: largo ai giovani!!!

Con il lungo applauso tributato dal giovane pubblico a cantanti, ballerini e musicisti al termine della prova generale dell’oratorio “La Creazione” di Franz Joseph Haydn si è concluso, anche, il Pon “Raccontare in digitale: dietro le quinte di un Festival”, che ha coinvolto 26 alunni dell’ I.I.S.S. Leonardo da Vinci di Martina Franca.

Il Progetto è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Paolo Grassi  ente organizzatore dell’ormai storico Festival della Valle d’Itria, e “Scuola di eccellenza nazionale operante nell’ambito dell’altissima formazione musicale”.

Così si legge tra le note presenti nella relazione del progetto Pon, fortemente voluto dalla vulcanica professoressa Maria Ricci, sostenuto dalla lungimirante preside dott.ssa Delia Quaranta, che ha visto la preparatissima fotografa di scena Chiara Lapolla come docente esperta dell’intero progetto.

La Fondazione Paolo Grassi ha messo a disposizione dei ragazzi, in un percorso di informazione e formazione, le professionalità e le maestranze del Festival, offrendo l’opportunità di vivere un’interessante, coinvolgente, e sicuramente, imperdibile esperienza sul campo.

Tutti gli alunni, divenuti parte attiva e operativa, hanno frequentato le diverse attività con molto interesse e grande motivazione. Desiderosi di far tesoro di quello che vedevano, respiravano e accadeva dinanzi e intorno a loro.

Hanno seguito passo dopo passo, o se si preferisce, step by step, la messa in scena dell’oratorio “La Creazione”, di Franz Joseph Haydn, con il quale si è aperta la 47esima edizione del Festival della Valle d’Itria, che, nelle ultime due edizioni, fedele a tutti i protocolli anti-Covid, non ha vissuto nessun blocco e nessuna chiusura.

La regia affidata al giovanissimo Fabio Ceresa si è rivelata originale e per molti versi geniale, la bravissima orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari è stata diretta dal maestro Fabio Luisi, per il quale qualsiasi aggettivo risulterebbe riduttivo.

            Alla loro arte si è aggiunta quella di ballerini e cantanti per dar vita ad una rappresentazione che ha trovato il consenso dei tanti giovani durante le prove generali e di coloro che hanno assistito alla prima. A pochi minuti dall’inizio della 47esima edizione del Festival una leggera pioggia aveva fatto temere il peggio, ma quando il pubblico delle grandi occasioni ha varcato l’ingresso dell’Atrio del Palazzo Ducale e l’orchestra ha iniziato ad accordare gli strumenti, anche il cielo ha deciso di assistere all’evento e ha richiamato a sé le gocce di pioggia.

Al successo dello spettacolo, si aggiunge quello del Pon e della Fondazione Paolo Grassi che nella persona del suo presidente, l’instancabile professor Franco Punzi, ha molto a cuore la crescita umana, artistica e culturale delle giovani generazioni.

Alcuni degli alunni partecipanti al Pon hanno avuto la possibilità di proseguire l’esperienza all’interno dell’organizzazione e dare così un seguito a quello che sarebbe potuto essere un progetto a termine.

Il direttore artistico Alberto Triola ha manifestato tutta la sua gioia e la sua soddisfazione ai ragazzi, che hanno espresso il loro apprezzamento nei confronti dell’intera macchina organizzativa e dello spettacolo al quale avevano assistito, palesando il loro nascente interesse per l’opera, per il mondo della lirica e per questa forma di cultura e arte, che pensavano essere lontana dai loro gusti solo perché non ancora conosciuta e compresa.

A poche ore dalla prima del Festival, nella suggestiva location del Chiosco di San Domenico, è stato possibile assistere all’operetta in due atti “Le Dernier Sorcier”, che ha visto protagonisti i piccoli del laboratorio didattico “Bambini…all’opera”. Guidati dal bravissimo maestro Angela Lacarbonara, è stato possibile per i giovanissimi allievi avvicinarsi alla cultura della musica e al linguaggio dell’opera lirica. Oltre a ciò, quest’anno si sono trasformati in reporter e hanno raccontato il dietro le quinte del Festival a modo loro, sintetizzato trame e intrecci, curiosato in sartoria e tra gli spartiti dei musicisti.

Un Festival e una Fondazione che concretamente e veramente dà spazio ai giovani, basta vedere l’età anagrafica di tutti gli artisti, li rende protagonisti e ha a cuore il loro presente, ma soprattutto il loro futuro…accadesse ciò anche nel sociale e in politica…ma questo è un altro discorso, qui si aprirebbe un capitolo, un sipario che chiudiamo prima ancora che in sala si spengano le luci!

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