Ero piccolo ma…
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Era l’8 aprile di dieci anni fa, si svolgevano a Roma i funerali di Papa Giovanni Paolo II. Moriva un’icona indissolubile del nostro tempo. In piazza San Pietro, con la partecipazione di un altissimo numero di capi di stato e di governo (più di 200 delegazioni ufficiali) oltre ai rappresentanti di tutte le religioni, fioccavano applausi e grida “Santo subito” nell’accompagnare l’omelia del cardinal Ratzinger. Papa Giovanni Paolo II è un Papa indimenticabile passato anche da Martina. La possibilità di rivivere quei momenti indescrivibili ed emozionanti la si deve ad un valente giornalista di Martina Franca che con cura ed abnegazione ha realizzato un docu-reportage dal grande patrimonio storico e morale: parliamo di Ottavio Cristofaro che noi di Lettera22news abbiamo voluto intervistare.
Ottavio, cosa ti ha spinto a realizzare il docu-reportage “Il Papa a Martina Franca”?
Quella visita del Papa a Martina Franca ha segnato un momento importante per la vita della città. Nel contesto mondiale erano gli anni della fine della Guerra Fredda, del lento crollo del regime sovietico. Qualche settimana più tardi di quella visita sarebbe crollato il muro di Berlino, simbolo della spartizione della Terra in due blocchi contrapposti. Il 29 ottobre 1989 è una data che Martina Franca non potrà mai dimenticare, sul finire degli anni ‘80 la città viveva uno dei suoi momenti migliori, sotto numerosi punti di vista, fiore all’occhiello dello sviluppo nel sud Italia, spinta da un’economia forte su cui primeggiava un manifatturiero in crescita esponenziale, che aveva saputo fare del capospalla il suo punto di forza. Poche le testimonianze di quella visita, perché pochi erano i dispositivi a disposizione della grande massa, l’uso delle telecamere, delle macchine fotografiche. Nulla di tutto questo: solo tanti occhi a immortalare immagini ed emozioni nella mente di ognuno. Pochi mesi prima mio padre acquistò la sua prima telecamera; eravamo tra i primi a possederne una. Una memoria che non poteva andare perduta, tant’è che fino a ora le uniche immagini che tutti conosciamo sono quelle trasmesse da Teletrullo che raccontano lo svolgimento della visita. Le immagini realizzate da mio padre non erano mai state trasmesse. Mi sono servito dei racconti di tre testimoni di quella giornata: l’allora sindaco Franco Punzi (che in quei giorni era ufficialmente sospeso dalle sue funzioni di primo cittadino), l’allora Vicario Foraneo Don Michele Castellana, e Don Franco Semeraro attuale Rettore della Basilica di San Martino.
Come sei riuscito a far rivivere tutte le emozioni di quella giornata?
Ho messo insieme le immagini storiche di Teletrullo e una serie di video inediti. Ne è venuto fuori un prodotto di grande portata storica, che racconta non solo il grande avvenimento, ma che racconta una città diversa, in via di sviluppo e di crescita, i palazzi non ancora costruiti, l’orgoglio dell’economia manifatturiera, quella agricola, la gente abbigliata con il vestito della festa. Una città bellissima, piena di gente e che forse mai rivedremo così. Ho messo al centro i volti delle persone, i tanti bambini oggi diventati adulti uomini e donne, e i volti di tante persone che oggi non ci sono più, passati a miglior vita. Non è stato semplice, mi sarebbe piaciuto avere più materiale a disposizione. Abbiamo raccolto il materiale in formato VHS e digitalizzato tutte le immagini per arricchire la memoria storica della mia città.
Cosa ha rappresentato per te la venuta di quel Papa a Martina Franca?
Nel 1989 avevo poco più di tre anni, ma ricordo comunque bene quella giornata. Ero con la mia famiglia a salutare il passaggio del Papa affacciato a un balcone, mentre mio padre era in giro con la sua telecamera e quella volta scelse di non portarmi con sé come faceva sempre. Conservo ancora gelosamente la bandierina del Vaticano che sventolavo. Diversi anni più tardi ho avuto la fortuna di riavvicinare il Santo Padre: eravamo a Roma nella cappella del Pontificio Seminario di san Giovanni in Laterano. Di quell’incontro intimo ricordo il suo volto dolce e la sua mano soffice e protettiva.
San Cor