Il FESTIVAL della TENACIA

Tubi in ferro adagiati sul pavimento, voci e rumore di martello, viti che cadono e che vengono prontamente raccolte e riposte, teli neri ripiegati, via vai di gente nell’atrio del Palazzo Ducale: la 46esima edizione del Festival della Valle d’Itria è terminata.
Quello di quest’anno passerà alla storia come il Festival frutto del coraggio e della tenacia, il Festival che ha sfidato la pandemia, che ha riaperto la speranza di artisti e manovalanze, che ha permesso di rincontrarsi per nutrirsi d’arte, nel pieno rispetto di distanziamenti e regole a cui attenersi.
Il filo di Arianna ha consentito agli spettatori di sedersi nell’atrio del Palazzo Ducale e assistere a due opere, lo stesso filo li ha condotti nelle nostre masserie nelle quali hanno preso vita concerti apprezzatissimi e poi li ha portati sul mare Adriatico prima, in quel di Polignano, e sullo Ionio poi, ai piedi del Castello Aragonese a Taranto; a due passi dal mare la musica ha avuto la possibilità di fondersi con il tramonto e il tipico profumo del luogo. Non è mancato l’omaggio a Martina con un concerto itinerante, premi e riconoscimenti all’arte del canto, ma anche del giornalismo. Tutto come sempre, perché è nella normalità che l’uomo trova il coraggio di andare avanti e di affrontare tutti gli imprevisti che la vita gli riserva.
Un Festival che ha riscosso pareri favorevoli di critica e di pubblico, esibizioni terminate con applausi scroscianti e richieste di bis, livello altissimo di professionalità e competenza artistica.
Non mi stancherò mai di apprezzare ed elogiare la forza d’animo, la gentilezza, l’eleganza e lo stile del presidente Franco Punzi, sempre presente, capace di elargire parole giuste al momento giusto.
Sempre vincenti le scelte del direttore artistico Alberto Triola, una sicurezza la bacchetta del maestro Fabio Luisi, eccellenti i musicisti e gli artisti che anche quest’anno si sono esibiti, facendo dono della loro arte a tutti coloro che hanno fortemente voluto essere presenti a questa edizione dai posti limitati, ma dal programma fortemente interessante.
Un mio ringraziamento personale e speciale all’ufficio stampa e a Walter Vitale in particolare, per professionalità, gentilezza, competenza, capacità di far fronte al previsto e all’imprevisto.
Al prossimo anno, alla 47esima edizione, che mi auguro sia incastonata in un anno più tranquillo di quello che abbiamo appena vissuto e che permetta a un pubblico più numeroso di fruire di questa melodiosa arte e di un Festival della Valle d’Itria che diventa sempre più prestigioso.