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Leggieri torna a parlare degli archivi comunali

Archivio storico e archivio digitale comunale. Torna alla carica l’ex consigliere comunale Aldo Leggieri (PD), che ricorda le sue azioni per salvaguardare i documenti storici della città, che, anche a seguito di un intervento della Sovrintendenza hanno trovato una collocazione più consona. Attraverso una nota rimarca anche il suo appello a realizzare un archivio digitale comunale, che permettesse ai cittadini di accedere in maniera semplice a atti e delibere. Da qui nasce un appello a porre l’attenzione sulle due questioni, con un netto cambio di mentalità. Di seguito l’intervento integrale di Leggieri.

“Nel settembre del 2013, dopo aver effettuato un sopralluogo a Palazzo Ducale, denunciai pubblicamente lo stato di abbandono dell’archivio storico comunale che stava cadendo a pezzi. Un patrimonio storiografico inestimabile e di significato  autentico legato alla nostra martinesità. Intrapresi una delle mie prime battaglie di civiltà, come uomo delle istituzioni, dedicato al’impegno civile, per intervenire in modo efficace sulla risistemazione dei cataloghi, dei fascicoli e dei documenti dell’epoca, ricchi di valore intrinseco per la storia della nostra città. L’assessorato ai Beni culturali, che ringraziai all’epoca, nelle sue funzioni esecutive, poi, e recependo il mio sollecito, intervenne in modo efficace e si ridiede un volto e uno spazio consono al prezioso materiale depositato nelle stanze ducali. Bene.

Per quanto riguarda il tema, poi, mi feci promotore fino ad oggi, di realizzare anche nella nostra città un archivio comunale digitale, con il software adeguato e attraverso la gestione elettronica dei documenti (ged), uno strumento di trasparenza civica, che consentirebbe, per il futuro, ai cittadini di accedere a tutte le informazioni ivi contenute nei vari atti e documenti amministrativi. Scannerizzando tutto il cartaceo e poi pubblicarlo sul sito del comune o trasmetterlo a chi ne potrebbe legittimamente far richiesta. Grazie anche all’uso delle tecniche di archiviazione e catalogazione, con le specifiche risorse umane e professionalità del settore che dovranno essere formate correttamente.

 La chiave di volta, come ho sempre ribadito, è “burocrazia zero”, per favorire lo sviluppo, per rendere più efficiente l’attività amministrativa locale, perché vedere gli uffici pubblici intasati di carta non è più concepibile nell’era odierna della “e-government”.

Facendo riferimento al Codice dell’Amministrazione digitale, CAD,  art. 40 del d.lgs. n.82/2005 , e successive integrazioni e modificazioni, a norma del d.lgs. n.232/2010, possiamo portare avanti davvero un cambiamento vero al Comune: perché attraverso una procedura di selezione pubblica aperta, importante, utilizzando risorse regionali, ministeriali ed europee (implementando finalmente una tecnostruttura comunale per le politiche UE, delibera n. 66 del 2014 che feci approvare all’unanimità di tutta l’assemblea in Consiglio comunale) e coinvolgendo le forze economiche imprenditoriali del settore, sarà possibile rendere il servizio di accesso agli atti “aperto” a tutti, cittadini, associazioni ed imprese, e soprattutto facilitare la vita delle persone, perché le persone potranno richiedere direttamente, tramite internet, documenti ed informazioni, evitando così lunghe ed estenuanti code ai sportelli, con conseguente intasamento degli uffici comunali. Ciò permetterebbe, quindi, naturalmente, risparmio di tempo e di spazio e di soldi pubblici. In questo modo i documenti (timbrati e firmati) saranno disponibili per il ritiro presso gli uffici comunali di competenza. Un modo di concepire insomma la Pubblica Amministrazione, come un ente “amico”, disponibile, efficiente, semplice, rapido, ma rigoroso, serio e credibile anche.

Sarà, tra l’altro così possibile, dall’esterno valutare, il livello di soddisfazione dell’attività pubblica rivolta alla comunità, in termini (come dicono i colleghi inglesi) di “citizen satisfaction”, soddisfazione del cittadino per il servizio e l’adempimento ricevuto. E così, conseguenzialmente, si potrà rilevare il tipo di raggiungimento dei risultati da parte dei funzionari e dei dirigenti comunali, con le dovute o meno premialità. Puntando sul merito e la responsabilizzazione, e non soltanto sulla contrattualistica e le risorse che la parte politica stanzia o meno ogni anno, circa il relativo fondo. In definitiva, un modo totalmente nuovo di concepire il servizio pubblico, circa l’imparzialità, l’etica e la produttività del lavoro, non a parole, ma vero, concreto. Un cambio di mentalità, culturale, che tutti dovranno portare avanti: dalla nuova classe dirigente politica, ai sindacati dei lavoratori, ai professionisti e alle imprese che si interfacceranno con il municipio,  in primis ai cittadini”.

                                                                                                                                                             

 

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