![](https://lettera22news.it/wp-content/uploads/2024/07/1K8A7884-paolo-conserva-780x470.jpg)
Tra masserie, concerti, lezioni d’opera prosegue la 50esima edizione del Festival della Valle d’Itria.
Ogni evento è un momento di festa, di buona musica, in location tipiche del nostro territorio, pronte ad accogliere un pubblico proveniente da ogni parte del mondo, ma unito dalla stessa passione.
Il Canto degli ulivi, si è snodato tra “L’arte del Lied” e “Le notti d’estate”. Due serate nelle quali il pubblico ha potuto godere della bravura dei giovani cantanti e dei maestri al pianoforte. Brani brevi, nella prima serata, che hanno messo in evidenza non solo le capacità canore, ma anche quelle interpretative del soprano Louise Guenter, del tenore Zachary MccCulloch, del baritono Alexander Ilvakhin accompagnati al pianoforte dal maestro Liubov Gromoglasova.
Al termine dell’evento musicale i presenti hanno potuto gustare un ottimo vino e squisiti panzerotti, il connubio note e cibo è sempre molto apprezzato dalla gente del posto e, soprattutto, da chi raggiunge la Valle d’Itria in occasione del Festival.
“Le notti d’estate” vissute nella Masseria Mangiato sono state allietate dal mezzosoprano Teresa Iervolino, accompagnata al pianoforte dal maestro Andrea del Bianco. Con musiche di Donizzetti, Mercadante e Rossini ha coinvolto i presenti, sprigionando simpatia, gioia e tanta napoletanità.
I presenti hanno apprezzato a tal punto che un bis non è stato sufficiente e al termine del concerto ognuno aveva un bel sorriso sul volto e un’espressione serena, così ha potuto alzare i calici e brindare a questo bellissimo Festival della Valle d’Itria.
Un’attenzione particolare vorrei rivolgere a “Lezione d’opera” tenuta dal maestro Fabio Luisi.
È la prima volta che al pubblico è data questa possibilità, anzi, penso sia più corretto dire, questa grande opportunità. Interessantissimo assistere, un po’ come essere dietro le quinte, ai suggerimenti, alle indicazioni, agli insegnamenti che il Maestro Luisi ha impartito ai giovani allievi dell’Accademia del Belcanto.
Carpire alcuni segreti, delle vere e proprie strategie, e rendersi conto, seduta stante, della differenza tra la prima esecuzione e la successiva. Il legare alcune strofe tra loro, la diversa espressione e intonazione da dare nella stessa parola pronunciata più volte.
L’esercizio continuo, lo studio, la concentrazione, il ripetere più e più volte. Da docente è stato inevitabile, per me, pensare che sarebbe auspicabile far assistere gli alunni di ogni ordine e grado a una lezione d’opera. Spesso i giovani studenti pensano, erroneamente, che chi intraprende una carriera artistica, si tratti di canto, danza o teatro, non sia costretto a studiare seriamente e con costanza, che il talento, del quale spesso sono dotati, sia sufficiente per emergere e avere successo.
Il Chiostro di San Domenico è divenuta un’aula scolastica, ma alunni erano non solo i cinque allievi dell’Accademia, bensì tutti i presenti, tutti hanno imparato qualcosa, tutti hanno arricchito il proprio bagaglio culturale degli insegnamenti del maestro Fabio Luisi.
All’uscita, come ogni sera, il presidente Michele Punzi ha ricevuto dal pubblico, che alla spicciolata si avviava all’uscita, i complimenti per un altro successo, per questa novità presente quest’anno nel cartellone del Festival, che va sicuramente riproposta in futuro e magari con la possibilità che siano in tanti, soprattutto giovani, a poter frequentare la lezione d’opera.
Tante novità ci aspettano ancora tra teatro, cinema, orchestre, concerti, tutto all’insegna della buona musica!