Storie di emigrazione tra sogni realizzati e nostalgie
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“Sono stato contento di emigrare in Svizzera tanto tempo fa. Lì ho lavorato 28 anni e sono stato orgoglioso di aver compiuto quella scelta. Ero felice, stavo bene economicamente, mi sono realizzato professionalmente, personalmente. Ricordo a Basilea che tutte le cose andavano bene, c’erano tanti altri martinesi come me (più o meno 600) e tutti soddisfatti. La vita scorreva senza problemi, si lavorava, ci si godeva la vita. Non c’erano tutte le ansie e le problematiche di ogni tipo con cui si combatte ogni giorno in Italia, dove non c’era e non sembra esserci futuro. Già l’Italia, la Puglia. La nostalgia mi ha portato sedici anni fa a voler rientrare nella mia terra natia ma tuttora mi chiedo: chi me l’ha fatta fare? Perché lì le cose andavano tutte per il verso giusto e qui no? Lì c’era formazione, c’erano controlli, non ti permettevano di girare per le strade a perdere tempo, senza avere una meta. Ti prendevano e ti davano un lavoro, una stabilità. E poi c’era collaborazione, coesione anche fra i lavoratori dove tutti imparavano a fare tutto senza troppi fronzoli. Tutte constatazioni che non si verificano da noi”. La storia che vi abbiamo riportato è il racconto, uno dei tanti, di un martinese che ha vissuto le dinamiche di una emigrazione in valle d’itria, attuale come allora, ma che testimonia, cela anche la voglia di rientrare nonostante tutto perché la nostalgia prende il sopravvento o forse semplicemente non ci si vuole rassegnare all’idea che altre Nazioni siano più capaci di noi. Di storie di emigrazione se n’è parlato ieri a Palazzo Ducale nell’inaugurazione della mostra “Dalle ruote…alle ali di un sogno” organizzata dal Gal Valle d’Itria e l’associazione Ecomuseale di Valle d’Itria in collaborazione con il Cea di Cisternino. Racconti ricostruiti in base alle testimonianze dirette e indirette dei suoi protagonisti. Infatti, grazie al materiale raccolto nel corso del Laboratorio dell’Emigrazione della Valle d’Itria realizzato a Martina Franca, Cisternino e Locorotondo, ai contributi delle scuole secondarie di primo grado, al passaparola e ad alla comunicazione sui social media, all’attivazione di un blog (http://itriacontaminationcook.altervista.org ) e alla risposta della cittadinanza tutta, è stato possibile recuperare documenti, fotografie, cartoline, interviste, racconti che ci parlano di come in molti abbiano dovuto lasciare il nostro territorio per cercare fortuna altrove. Un lavoro innovativo reso possibile mettendo insieme come puzzle le contaminazioni tra la tradizione enogastronomica dei padri e quella del nuovo paese di residenza. Un minuzioso, certosino, innovativo recupero della memoria attraverso il proprio stile alimentare in grado di persistere anche lontano dal paese d’origine. Sarà possibile visitare la mostra allestita presso il Corridoio d’Avalos del Palazzo Ducale di Martina Franca dal 15 al 30 giugno 2015, dalle 10:00 alle 13:00 e dalle 17:00 alle 20:00. L’emigrazione, un fenomeno mai tramontato, che aiuta anche ad allargare la mente.